Grave e inquietante perché tali sono questi nostri tempi bui. L'impatto ancora da registrare appieno sulla economia reale dell'esplosione della "mongolfiera" finanziaria – così la tipicizzava Riccardo Petrella in un seminario palermitano una decina di anni orsono – inciderà sulla vita quotidiana di milioni di persone allargando ancor di più la forbice tra ricchi e poveri, tra chi ha e chi non ha, tra chi accede a beni e servizi e chi sarà tagliato fuori. Il degrado morale della società civile è un orizzonte che non colpisce "fatalmente" solo i paesi del terzo mondo avvitati in una spirale di violenza infinita, ma si abbatterà senza tanti veli di ipocrisia sulle nostre società, esaltando la forza bruta e reattiva del razzismo diffuso, della volgarità culturale, dell'imbarbarimento televisivo con cui tenere buone le masse, mentre la rivolta disperata di ogni banlieu incendierà le metropo li europee, da Parigi ad Atene.
Gli stati, indeboliti nella loro sovranità di fronte alla globalizzazione, si preoccupano di salvare gli interessi del capitalismo che li foraggia caricando i costi di queste operazioni sulle spalle dei lavoratori, degli studenti, dei precari, ecc. approfondendo così le divisioni e le disuguaglianze sociali ed economiche nel tentativo di garantire la pace sociale attraverso politiche caritatevoli e sicuritarie che rafforzano e inaspriscono una biopolitica poliziesca di controllo "postfascistizzante
Ci sembra pertanto pericoloso e ingenuo scandalizzarsi per l'ovvio nesso autoritario tra lo stato di polizia e gli atti della magistratura in un contesto democratico sempre più formale-elettoralis
Solo Berlusconi finge di pensare a mo' di propaganda che la magistratura sia rossa e schierata a fianco dei deboli. In realtà lo stato liberal-democratico è sin dall'inizio tutto "Law & Order", grazie alla sinergia costitutiva e per nulla episodica di potere politico, ordine poliziesco e tutela giudiziaria. La nozione di "individuo pericoloso", riservata a Pietro Milazzo (e verrebbe da ridere se appunto la cosa non fosse grave e inquietante)
Così come si rivela per quel che è sempre stato, ossia illusorio e fittizio, lo spazio pre-politico della mediazione del conflitto sociale, nel quale e col quale legare le tensioni sociali agli equilibri ballerini e mutevoli dei giochi infra-istituzionali
Mediare in tali condizioni significa illudere e illudersi che la politica istituita possa miracolosamente farsi politica istituente, ossia diretta a dare soluzioni ai problemi dei cittadini e delle cittadine, mentre solo la pratica dell'autogoverno senza compromissioni con le autorità costituite può garantire una forza tale da costringere la politica a piegarsi ad agende costruite dal basso e non in luoghi invisibili. La situazione palermitana, e degli enti locali nella fattispecie, è indicativa del divorzio inesorabile tra istituzioni e società, e adoperarsi per ricucirlo significa porsi nell'ambito pre-politico dell'ascesa carrieristica in questo o quel clan politico-affaristic
Ci rendiamo conto che qualche riga non può esaurire una lettura più generale cui collegare l'affaire in cui è coinvolto, suo malgrado, Pietro Milazzo. Ma ci rendiamo altresì conto che tale affaire non può essere affrontato solo in termini lamentosi di una aspettativa democratica improvvisamente tradita o abusata da una autorità tutto sommato limitata come un banale questore di un capoluogo di regione meridionale. Al di là della doverosa difesa sul piano amministrativo-
In tal senso, ci dichiariamo aperti a un confronto in questa prospettiva, convinti che gli spazi di libertà non siano a priori legali ma si strappano e si difendono con la tenacia e la resistenza di un corpo collettivo.
COORDINAMENTO ANARCHICO PALERMITANO
Palermo, gennaio 2009